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ARCANGELO SASSOLINO

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Biografia

Figlio del nord est italiano, Sassolino è cresciuto a Trissino, in provincia di Vicenza, circondato dalle zone industriali che oggi caratterizzano gran parte del Veneto, a contrasto con la memoria dei paesaggi di Giorgione e Tiziano o i colonnati bianchi delle ville palladiane. La valle dell’Agno, dove Sassolino ancora oggi vive e lavora, è provincia profonda ma paradossalmente cosmopolita: genera centinaia di laboratori e aziende capaci di produzioni industriali iper-tecnologiche, competitive su scala globale.
Poco più che ventenne, nel 1989 Sassolino brevetta un puzzle tridimensionale sul tipo del cubo di Rubik, e viene assunto dalla NextToy/CASIO per cui lavora sei anni a New York come progettista di giocattoli. La metropoli americana e i frequenti viaggi di lavoro in Giappone sono il terreno in cui interessi artistici cominciano a maturare.
Nel 1996 Sassolino decide di tornare in Italia, per scolpire il marmo a Pietrasanta. Lo farà per due anni. Poi rientra a Trissino e comincia il proprio percorso artistico, in una delle tante case con annessa officina e piccolo capannone, lungo la strada statale
l lavoro di Sassolino ha origine dalla compenetrazione di arte e fisica. Il suo interesse nella meccanica e nella tecnologia genera nuove possibilità di configurazione della materia, che si confronta con velocità, attrito, gravità, calore e pressione, alla ricerca del limite ultimo di resistenza. Il lavoro di Sassolino muove i primi passi con installazioni site specific, come Rimozione (2004) e Momento (2006) e con la produzione di lavori in cemento appesi alla parete come quadri.
Sono interventi che costituiscono le basi per un’evoluzione della sua scultura. Il passaggio successivo è Untitled (2006), una lastra in acciaio di otto tonnellate sollevata da un elettromagnete governato da un computer e lasciata imprevedibilmente piombare sul pavimento. Sassolino comincia a forzare la materia, che deforma, distrugge, impone cambiamenti di stato. Le forme sono quelle del minimalismo ma cerca nelle molecole del materiale una nuova strada spingendoci a rivalutare alcuni tradizionali concetti scultorei, come il fondamento e il piedistallo.

 

Le sculture di Sassolino creano performance inorganiche in cui le macchine si animano, si consumano, vivono contrasti di forze e conflitti, contemplando sempre il rischio del collasso, quale parte fondamentale del lavoro. Attraverso i differenti stati della materia si affermano con forza concetti di caducità, perdita, imprevedibilità, conflitto, pericolo e fallimento. Aspetti altrettanto ineludibili del nostro esistere.

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