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LUIGI ONTANI

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Biografia

Luigi Ontani è un artista tra i più interessanti e conosciuti a livello nazionale ed internazionale. È nato a Montovolo, frazione di Vergato, il 24 novembre del 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale.
Presta servizio militare a Torino tra il ’63 e il ’64 e inizia a frequentare musei e gallerie d’arte contemporanea d’avanguardia, stabilendo i primi contatti con galleristi e artisti emergenti. Sviluppa un forte interesse per la letteratura, in particolare quella contemporanea come Apollinaire e Pirandello. Da tali scritti trova un senso dell’esotico, dell’avventura e della trasgressione, molto interessanti e compatibili con la sua visione dell’arte. All’inizio l’espressione artistica di Ontani è eterogenea e in ambito figurativo la sua arte è una fusione tra suggestioni simboliche ed espressionismo.
Nel 1965, rientrato a Vergato, continua a dipingere da autodidatta sperimentando diverse tecniche e frequenta il Corso libero del nudo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. In questo periodo realizza gli “Oggetti Pleonastici”, ovvero oggetti inutili e superflui che l’artista utilizza come talismani in quanto si prestano ad essere indossati e disposti lungo il corpo dell’artista, sugli alberi, all’interno o all’esterno. Sono calchi in scagliola colorata di oggetti prelevati dal mondo quotidiano, caratterizzati da colori vivaci e accattivanti che evocano l’infanzia. A Bologna tiene le sue prime mostre.
Con l’opera “Ange Infidele” del 1968 Ontani inizia il suo approccio con la fotografia. Fin dall’inizio le opere fotografiche si contraddistinguono per alcuni elementi caratteristici: il soggetto è sempre l’artista che ricorre al proprio corpo e al proprio volto per impersonificare temi storici, mitologici, letterari e popolari; il formato scelto solitamente è quello della miniatura o della gigantografia, e ogni opera è considerata unica. Contemporaneamente alle opere fotografiche Ontani comincia ad eseguire i primi “tableaux vivants”, termine usato per indicare una scena dove attori in costume restano in posa fermi e silenziosi, come in un quadro. In queste opere l’artista si presenta mascherato, senza mai tuttavia perdere la propria identità.

 

Ciò permette ad Ontani di essere autore e attore della propria opera, rendendo l’artista “oggetto d’arte”.
Nel 1970 si trasferisce a Roma dove, stimolato dalla vivacità dell’ambiente romano e dalle istanze concettuali e comportamentiste, Ontani continua ad ampliare i suoi orizzonti verso nuove possibilità espressive. I “d’aprés” non sono solo riferiti a celeberrimi pittori, quali Guercino, Caravaggio e Reni, ma propongono il mondo della letteratura all’interno del quale l’artista stesso si fa autore e insieme interprete principale: “Io sono Pinocchio, sono Raffaello, sono Leonardo; io sono la Lupa, sono Roma; ma sempre e comunque io sono Luigi Ontani.”
Presta servizio militare a Torino tra il ’63 e il ’64 e inizia a frequentare musei e gallerie d’arte contemporanea d’avanguardia, stabilendo i primi contatti con galleristi e artisti emergenti. Sviluppa un forte interesse per la letteratura, in particolare quella contemporanea come Apollinaire e Pirandello. Da tali scritti trova un senso dell’esotico, dell’avventura e della trasgressione, molto interessanti e compatibili con la sua visione dell’arte. All’inizio l’espressione artistica di Ontani è eterogenea e in ambito figurativo la sua arte è una fusione tra suggestioni simboliche ed espressionismo.
Nel 1965, rientrato a Vergato, continua a dipingere da autodidatta sperimentando diverse tecniche e frequenta il Corso libero del nudo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. In questo periodo realizza gli “Oggetti Pleonastici”, ovvero oggetti inutili e superflui che l’artista utilizza come talismani in quanto si prestano ad essere indossati e disposti lungo il corpo dell’artista, sugli alberi, all’interno o all’esterno. Sono calchi in scagliola colorata di oggetti prelevati dal mondo quotidiano, caratterizzati da colori vivaci e accattivanti che evocano l’infanzia. A Bologna tiene le sue prime mostre.
Con l’opera “Ange Infidele” del 1968 Ontani inizia il suo approccio con la fotografia. Fin dall’inizio le opere fotografiche si contraddistinguono per alcuni elementi caratteristici: il soggetto è sempre l’artista che ricorre al proprio corpo e al proprio volto per impersonificare temi storici, mitologici, letterari e popolari; il formato scelto solitamente è quello della miniatura o della gigantografia, e ogni opera è considerata unica. Contemporaneamente alle opere fotografiche Ontani comincia ad eseguire i primi “tableaux vivants”, termine usato per indicare una scena dove attori in costume restano in posa fermi e silenziosi, come in un quadro. In queste opere l’artista si presenta mascherato, senza mai tuttavia perdere la propria identità. Ciò permette ad Ontani di essere autore e attore della propria opera, rendendo l’artista “oggetto d’arte”.
Nel 1970 si trasferisce a Roma dove, stimolato dalla vivacità dell’ambiente romano e dalle istanze concettuali e comportamentiste, Ontani continua ad ampliare i suoi orizzonti verso nuove possibilità espressive. I “d’aprés” non sono solo riferiti a celeberrimi pittori, quali Guercino, Caravaggio e Reni,, ma propongono il mondo della letteratura all’interno del quale l’artista stesso si fa autore e insieme interprete principale: “Io sono Pinocchio, sono Raffaello, sono Leonardo; io sono la Lupa, sono Roma; ma sempre e comunque io sono Luigi Ontani.”
 
Dal 1974 iniziano ad arrivare i primi importanti riconoscimenti internazionali e nel 1977 espone per la prima volta a New York nell’importante galleria Sonnabend. Nel continente americano espone con sempre maggiore frequenza. Viene invitato diverse volte alla Biennale di Venezia e numerose sono le mostre in Europa, come ad Anversa, Bruxelles, Belgrado, Zurigo, Parigi, Londra, Monaco.
L’Oriente e l’esotico hanno sempre esercitato forti attrattive sull’artista, che alla fine del 1974 affronta il primo viaggio in India dove instaura un rapporto con fotografi di diversi luoghi, realizzando un ciclo di immagini. Iniziano così le sue riproduzioni in seppia acquerellate secondo armoniche gamme cromatiche. Si spinge fino in Indonesia, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nuovi soggetti e nuovi materiali. Resta affascinato dall’isola di Bali, dove realizza le prime maschere, che diverranno uno dei suoi temi preferiti.
Con il procedere degli anni Ottanta, la sua opera è sempre più caratterizzata da un’ispirazione onirico-surreale e da un interesse per la manualità artigianale. Oltre a una serie di dipinti con esili figure di ispirazione mitologica, Ontani realizza lavori in cartapesta e oggetti in legno, porcellana, vetro soffiato. Compie numerosi viaggi alla ricerca di tecniche di lavorazione tradizionali di materiali diversi. Realizza inoltre busti, amuleti ed estrosi apparati d’arredo, che daranno vita ad allestimenti sempre più suggestivi e identificabili con una immaginaria “Casa degli Ontani”.
Nel 1984 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione Wunderkammer, per poi tornarvi nel 1995 invitato da Gabriella Belli, in occasione del centenario, con una sala personale al Padiglione Italia, dove sono proposte per la prima volta le quattro “Ermestetiche”.
Tra il 1969 e il 1989 l’artista realizza circa 30 tableaux vivants, anticipando le cosiddette installazioni multimediali, molto diffuse a partire dagli anni novanta, che si basano sulla commistione di varie tecnologie. Con lo stesso atteggiamento realizza opere di cartapesta, vetro, legno (numerosissime le maschere realizzate soprattutto a Bali in legno di Pule), bronzo, marmo e stoffa. Molto cospicua è poi la sua opera in ceramica, frutto del sodalizio soprattutto con la Bottega Gatti di Faenza.
Tra un continuo susseguirsi di viaggi tra Oriente e Occidente, gli anni Novanta consacrano Luigi Ontani come uno dei più importanti artisti italiani a livello internazionale. Nel 1998 realizza le vetrate del Municipio di Vergato, sul tema delle età dell’uomo, delle stagioni e degli elementi
Sperimentatore e anticonformista, Ontani fonde ironia e narcisismo in un gioco incrociato tra sacro e profano, mito e favola, cultura orientale e occidentale. Utilizza molte tecniche espressive assai eterogenee, che ne formano l’arte rivoluzionaria e all’avanguardia. Ideatore delle opere, si affida ad esperti dei vari settori per le realizzazioni. In tutte queste circostanze ricorre alla tecnica non come un fine in sé, ma in quanto occasione per sperimentare nuove possibilità e formulare nuove variazioni sui temi e i soggetti che più gli interessano: il proprio viaggio attraverso il mito, la maschera, il simbolo e la rappresentazione iconografica.
Egli vive il proprio essere come “casa”: l’appartenenza ad un luogo è fondamentale, ma è un concetto da contraddire in quanto il desiderio dell’artista è “l’altrove”. La sua identità migra costantemente attraverso i tempi e i luoghi, vive nella dimensione del viaggio; al contempo trova radici nei luoghi specifici dove di volta in volta espone. La filosofia di Ontani sull’arte è assai complessa: essa è distrazione e divertimento, non dovere. L’arte è un’uscita dalla quotidianità. Il concetto di decorazione è uguale al concetto di linguaggio, in quanto la consapevolezza di poter prendere degli elementi di radici diverse trasforma essi in ibridi.
Ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo dal Guggenheim al Centre Pompidou, dal Frankfurt Knustverein al Reina Sofia. Ha partecipato ad un numero impressionante di biennali, da Venezia a Sidney a Lione. Numerosissimi i libri d’artista e le monografie.
Dal 1974 iniziano ad arrivare i primi importanti riconoscimenti internazionali e nel 1977 espone per la prima volta a New York nell’importante galleria Sonnabend. Nel continente americano espone con sempre maggiore frequenza. Viene invitato diverse volte alla Biennale di Venezia e numerose sono le mostre in Europa, come ad Anversa, Bruxelles, Belgrado, Zurigo, Parigi, Londra, Monaco.
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L’Oriente e l’esotico hanno sempre esercitato forti attrattive sull’artista, che alla fine del 1974 affronta il primo viaggio in India dove instaura un rapporto con fotografi di diversi luoghi, realizzando un ciclo di immagini. Iniziano così le sue riproduzioni in seppia acquerellate secondo armoniche gamme cromatiche. Si spinge fino in Indonesia, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nuovi soggetti e nuovi materiali. Resta affascinato dall’isola di Bali, dove realizza le prime maschere, che diverranno uno dei suoi temi preferiti.
Con il procedere degli anni Ottanta, la sua opera è sempre più caratterizzata da un’ispirazione onirico-surreale e da un interesse per la manualità artigianale. Oltre a una serie di dipinti con esili figure di ispirazione mitologica, Ontani realizza lavori in cartapesta e oggetti in legno, porcellana, vetro soffiato. Compie numerosi viaggi alla ricerca di tecniche di lavorazione tradizionali di materiali diversi. Realizza inoltre busti, amuleti ed estrosi apparati d’arredo, che daranno vita ad allestimenti sempre più suggestivi e identificabili con una immaginaria “Casa degli Ontani”.
Nel 1984 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione Wunderkammer, per poi tornarvi nel 1995 invitato da Gabriella Belli, in occasione del centenario, con una sala personale al Padiglione Italia, dove sono proposte per la prima volta le quattro “Ermestetiche”
Tra il 1969 e il 1989 l’artista realizza circa 30 tableaux vivants, anticipando le cosiddette installazioni multimediali, molto diffuse a partire dagli anni Novanta, che si basano sulla commistione di varie tecnologie. Con lo stesso atteggiamento realizza opere di cartapesta, vetro, legno (numerosissime le maschere realizzate soprattutto a Bali in legno di Pule), bronzo, marmo e stoffa. Molto cospicua è poi la sua opera in ceramica, frutto del sodalizio soprattutto con la Bottega Gatti di Faenza.
Tra un continuo susseguirsi di viaggi tra Oriente e Occidente, gli anni Novanta consacrano Luigi Ontani come uno dei più importanti artisti italiani a livello internazionale. Nel 1998 realizza le vetrate del Municipio di Vergato, sul tema delle età dell’uomo, delle stagioni e degli elementi.
Sperimentatore e anticonformista, Ontani fonde ironia e narcisismo in un gioco incrociato tra sacro e profano, mito e favola, cultura orientale e occidentale. Utilizza molte tecniche espressive assai eterogenee, che ne formano l’arte rivoluzionaria e all’avanguardia. Ideatore delle opere, si affida ad esperti dei vari settori per le realizzazioni. In tutte queste circostanze ricorre alla tecnica non come un fine in sé, ma in quanto occasione per sperimentare nuove possibilità e formulare nuove variazioni sui temi e i soggetti che più gli interessano: il proprio viaggio attraverso il mito, la maschera, il simbolo e la rappresentazione iconografica.
Egli vive il proprio essere come “casa”: l’appartenenza ad un luogo è fondamentale, ma è un concetto da contraddire in quanto il desiderio dell’artista è “l’altrove”. La sua identità migra costantemente attraverso i tempi e i luoghi, vive nella dimensione del viaggio; al contempo
trova radici nei luoghi specifici dove di volta in volta espone. La filosofia di Ontani sull’arte è assai complessa: essa è distrazione e divertimento, non dovere. L’arte è un’uscita dalla quotidianità. Il concetto di decorazione è uguale al concetto di linguaggio, in quanto la consapevolezza di poter prendere degli elementi di radici diverse trasforma essi in ibridi.
Ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo dal Guggenheim al Centre Pompidou, dal Frankfurt Knustverein al Reina Sofia. Ha partecipato ad un numero impressionante di biennali, da Venezia a Sidney a Lione.

 



Mostre ed esposizioni personali selezionate


 

2019
Galleria Massimo De Carlo, Milano
 
2017
Luigi Ontani. SanLuCastoMalinIconicoAttoniTonicoEstaEstE?tico, Accademia Nazionale di San Luca, Roma
 
2014
Er/Simulàcrum/Amò, GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo
 
2013
NaturalArtificialAcrobazia, Galleria Mazzoli, Modena
 
2012
AnderSennoSogno, Museo Hendrik Christian Andersen, Roma
Rivoltartealtrove, Kunsthalle Bern, Bern, Switzerland
Dijon, Le Dejeuner Sur L’art, Le Consortium, Dijon, France
 
2011
Opere, Galleria Cà di Frà, Milano
The Living Boxes/Le Scatole Viventi-Racconti italiani-RivoltArteAltrove, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Turino
Rossinaria, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro
 
2009
Valentina Moncada, Arte Contemporanea, Roma
Capodimonte, Castel Sant’Elmo, Napoli
 
2008
MAMbo, Galleria d'Arte Moderna di Bologna, Bologna

 
2007
Perentorio, Galleria Lorcan O'Neill, Roma
Anamorposes, Bortolami, New York, USA
Sculpture & Memory, Works from the Gardner and by Luigi Ontani, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, USA
 
2006
VETRIETEREIETEROCLITI, Peggy Guggenheim Collection, Venezia
 
2004
Galleria Lorcan O'Neill, Roma
 
2003
Galleria Massimo De Carlo, Milano
Genthara, SMAK Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Ghent, Belgio
 
2001
Luigi Ontani: 1965-2001, GaneshaMusa, MoMA PS1, New York, USA
 
2000
PiETRASANTA inCANTA, Galleria Enrico Astuni, Pietrasanta (LU)
 
1999
Rizziero Arte, Pescara
 
1998
Sacro Fauno Profunny a Fano, Galleria Enrico Astuni, Fano
 
1996
Galleria Civica di Trento, Trento
Museum Villa Stuck, Munich, Germany
Frankfurter Kunstverein, Frankfurt am Main, Germany
 
1995
Idea Aida del Vero Diffida, Galleria dello Scudo, Verona
 
1994
Studio d'Arte Raffaelli, Palazzo Wolkenstein, Trento
 
1989
Studio d'Arte Raffaelli, Palazzo Wolkenstein, Trento, Italy Euterpetto, Galleria In Arco, Turino
 
1980
Stedelijk Museum, Amsterdam, The Netherlands Museum Folkwang, Essen, Germany
Kunsthalle Basel, Basel, Switzerland
 
1978
En route vers l'inde, Galleria L'Attico, Roma
 
1974
“Gianduja”
Galleria Lucio Amelio, Napoli
L’Attico, Roma
LP220 (Larcade-Paludetto) Torino
 
1969 e 1970 
“Oggetti Pleonastici”, “La Stanza delle similitudini”, Franz P. (Paludetto)
Torino, Ferrara – Verona
 
1967
Luigi Ontani
Galleria San Petronio, Bologna

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